Faccio la sarta con passione e dedizione, ma ci sono giorni che mettono a dura prova anche la pazienza più grande.
L'altro giorno una cliente mi chiede di fare tre pantaloni: due marroni e uno nero. Prendo le misure su due pantaloni marroni, uno dei quali identico al nero da realizzare. Consegno il lavoro e oggi arriva la tempesta: il pantalone nero sarebbe sbagliato.
Non solo - mi accusa di aver sbagliato le misure anche degli altri due, senza nemmeno averli provati o misurati. Le faccio notare che alla figlia sono andati bene tutti, ma niente: "Non è vero, non riusciva a vedere bene." Le propongo più volte di misurare anche gli altri per verificare oggettivamente, ma si rifiuta. "Sono sbagliati a prescindere."
Le dico che posso sistemare tutto, ma che dalla prossima volta preferisco evitare. Risultato? Mi riattacca il telefono in faccia dicendomi che manderà Floriana a ritirare l'avanzo del tessuto e che li avrebbe sistemati.
Quello che fa più male non è la critica al lavoro (gli errori possono capitare e si sistemano), ma il modo. E soprattutto il pensiero che per persone così si possano perdere amicizie e opportunità di lavoro.
Per fortuna esistono anche persone sagge come la madre di Floriana, che mi ha detto: "Lasciala stare, non capisce niente. Li sistemiamo insieme. Gli errori ci saranno sempre."
Ed è proprio così: gli errori fanno parte del lavoro artigianale, si correggono con professionalità. Ma il rispetto e la buona educazione dovrebbero essere sempre la base di ogni rapporto, professionale e umano.
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