Stamattina, sotto la doccia, ho guardato la mia mensola: tre prodotti. Shampoo, bagnoschiuma, sapone viso. Stop.
Poi ho ripensato al bagno di un'amica: almeno venti, forse trenta prodotti diversi. Bottiglie colorate, vasetti di creme, tubetti, oli, sieri, maschere. Un vero negozio di cosmetici domestico.
Mi sono chiesta: ma li usa davvero tutti? E soprattutto, messi insieme, fanno effettivamente qualcosa? O si annullano a vicenda in un caos chimico che alla fine non produce alcun risultato?
Sui social vedo bagni che sembrano profumerie. Routine di skincare con dieci, dodici passaggi. Shampoo per ogni giorno della settimana, creme per ogni centimetro di pelle, sieri che promettono miracoli.
Ma ecco la domanda che nessuno fa: se io sto bene con tre prodotti, cosa fanno davvero tutti gli altri? La mia pelle è sana, i capelli pure. Sono pulita e mi sento a posto.
L'industria della bellezza ha reso complesso ciò che potrebbe essere semplice. Ogni problema viene scomposto in micro-problemi che richiedono micro-soluzioni specifiche.
La mia teoria? Molti di quei prodotti non vengono usati regolarmente. Sono acquisti d'impulso, novità provate una volta, campioni accumulati. Restano lì come testimoni di intenzioni più che di abitudini reali.
Con i miei tre prodotti, entro in doccia e esco. Nessuna ansia, nessuna routine complessa da ricordare. C'è una libertà incredibile in questa semplicità.
Forse dovremmo tutti fermarci un momento e chiederci onestamente: di cosa ho veramente bisogno? La risposta potrebbe sorprenderci. E forse il vero lusso non è avere trenta prodotti, ma averne bisogno solo di tre.
Commenti
Posta un commento