In questo contesto in cui sto facendo il trasloco (lo spero vivamente, perchè sto programmando i post e non so effettivamente se quando esce questo post ho fatto il rogito), stavo rigardando un vecchio video su youtube (Link del video viaggiare in solitaria o in compagni) mi è venuta volgia di scrivere questo post, e prossimamente ne usciranno altri presi spunti dai miei video su youtube (link qui a lato).
Spero che questi post vi possono essere di aiuto, e tenere un pò di compangi fatmi sapere nei commenti cosa ne pensate e ... vi lascio all'argomento di questo post.
"Quanto è bello viaggiare in compagnia perché ti diverti di più!" Questa frase, pronunciata da una mia parente con sincero entusiasmo, mi ha fatto riflettere profondamente sul mio rapporto con i viaggi e su come la mia visione sia diametralmente opposta.
Non fraintendetemi: apprezzo la compagnia e condividere esperienze con altre persone può essere meraviglioso. Tuttavia, quando si tratta di viaggi, soprattutto quelli che durano più di un giorno, preferisco decisamente essere solo. E vi spiego il perché.
Viaggiare in compagnia significa inevitabilmente dover sincronizzare i propri ritmi con quelli degli altri. Significa dover negoziare continuamente, compromettere le proprie preferenze, e talvolta rinunciare a esperienze che ci interessano profondamente solo perché non piacciono al resto del gruppo. Ma c'è di più: mi sono reso conto che quando viaggio con altri, mi ritrovo spesso in situazioni dove mi sento in dovere di "intrattenere" i compagni di viaggio.
Per esempio, se un pomeriggio desidero semplicemente rimanere in hotel per riposare o leggere un libro, mi sento in colpa perché so che gli altri potrebbero sentirsi obbligati a farmi compagnia. Allo stesso modo, se loro vogliono esplorare un museo che non mi interessa particolarmente, mi sento in dovere di seguirli per non "rovinare" l'esperienza di gruppo.
La verità è che amo la spontaneità nei viaggi. Non mi piacciono gli itinerari rigidi e prestabiliti, preferisco lasciare che sia l'istinto a guidarmi. Un giorno potrei svegliarmi e decidere di passare ore in un piccolo caffè osservando la vita locale, un altro potrei voler camminare per chilometri esplorando vicoli nascosti. Questa libertà di seguire i propri impulsi è un lusso che solo il viaggio in solitaria può offrire.
C'è però un'eccezione: le gite giornaliere. Quando si tratta di escursioni brevi, senza pernottamento, trovo che la compagnia possa effettivamente arricchire l'esperienza. Forse perché la breve durata non richiede quella costante negoziazione di spazi e tempi che caratterizza i viaggi più lunghi. In questi casi, condividere scoperte e momenti di gioia immediata può essere davvero piacevole.
La chiave, credo, sta nel riconoscere che non esiste un modo "giusto" di viaggiare. Ognuno dovrebbe essere libero di scegliere lo stile che meglio si adatta alla propria personalità e alle proprie esigenze. Per me, il viaggio in solitaria rappresenta la massima espressione di libertà: libertà dai vincoli sociali, libertà di seguire i propri ritmi, libertà di cambiare idea in qualsiasi momento.
Quindi, cara parente, rispetto la tua opinione sul divertimento in compagnia, ma per me il vero piacere del viaggio sta proprio nella possibilità di essere completamente e autenticamente me stesso, senza dover rendere conto a nessuno delle mie scelte. Perché a volte, la migliore compagnia che possiamo avere siamo noi stessi.
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